mercoledì 9 marzo 2011

Sabato 12 marzo "PER LA SCUOLA, L'INFORMAZIONE, LA GIUSTIZIA, NELLA COSTITUZIONE"

Sabato 12 marzo anche a Cesena, come a Roma e in centinaia di altre città italiane, uomini e donne scenderanno in piazza per difendere la Costituzione contro i continui attacchi che le vengono rivolti dal Presidente del Consiglio dei Ministri e da esponenti dell'attuale maggioranza parlamentare. Si tratta della manifestazione più semplice e nonviolenta del diritto-dovere di Resistenza spettante ad ogni cittadino e ad ogni cittadina, a cui per primi la Costituzione é stata affidata.
Concezioni antidemocratiche e miopi della società e il perseguimento di interessi privati, scaricano su istituzioni essenziali per la vita e la crescita democratica, come la Scuola pubblica e la Giustizia, su principi e diritti fondamentali, in particolare il diritto al lavoro e il diritto all'informazione, pretese e pretestuose riforme, definite addirittura "epocali", tagli ingiustificati e selvaggi di risorse umane e materiali, che porteranno in breve tempo all'impoverimento, alla sterilizzazione della vita democratica.
Il Comitato Cesenate per la Costituzione, Articolo 3, CGIL Scuola invitano cittadini e cittadine, associazioni, gruppi, sindacati, a scendere in piazza. Non solo per difendere la Costituzione ma anche per promuoverla come ispiratrice di una mentalità e di una cultura diverse da quelle oggi dominanti, per aiutare la Repubblica ad uscire dalla crisi profonda in cui si trova e a individuare le riforme veramente necessarie. Perché la Scuola pubblica possa continuare ad essere il luogo insostituibile in cui si forma la coscienza civile nel dialogo tra culture, mentalità e sensibilità diverse. Perché sia tutelata gelosamente l'indipendenza dei giudici e dei magistrati e sia mantenuto il principio dell'obbligatorietà dell'azione penale, condizioni imprescindibili perché i cittadini possano essere veramente uguali davanti alla legge. Perché non venga messo, con leggi strumentali e pretestuose, il bavaglio alla libera informazione, condizione essenziale per una vera democrazia, su tutto ciò che riguarda, direttamente o indirettamente, l'interesse pubblico".

L'appuntamento é a Cesena, in Piazza Giovanni Paolo II, sabato 12 marzo 2011, dalle ore 16 alle ore 18.30".

venerdì 19 marzo 2010

Banchetti Informativi in Piazza Almerici

Sabato 20 e Mercoledì 24 marzo, dalle ore 10.00 alle ore 12.30 faremo il banchetto in piazza Almerici, in caso di maltempo sotto il portico davanti alla galleria Urtoller. L'iniziativa é importante in vista delle elezioni regionali. Tra l'altro pubblicizzeremo la lettera inviata ai candidati presidente sull'impegno ad attivarsi per promuovere il referendum costituzionale e le risposte. Ovviamente non potremo entrare nella campagna elettorale ma già leggere la Costituzione e distribuire volantini costituirà un contributo all'assunzione di responsabilità da parte dei cittadini.

lunedì 8 marzo 2010

Mobilitazione 9 marzo 2010

IL COMITATO CESENATE PER LA COSTITUZIONE

Di fronte al gravissimo sfregio della legalità costituzionale compiuto dal Governo con l’emanazione del decreto legge 5 marzo 2010, n. 29;

ritenuto che l’asserita interpretazione autentica è in realtà una vera e propria modifica della legge elettorale, effettuata con lo strumento del decreto legge non consentito in materia, e comunque cambiando slealmente le regole del gioco a competizione elettorale già avviata, oltrettutto nell’interesse delle forze che compongono la coalizione di governo;

ritenuto che la situazione verificatasi a seguito della litigiosità interna e degli errori compiuti dal personale incaricato di presentare le liste PDL avrebbe potuto ragionevolmente essere sanata soltanto mediante il consenso di tutte le forze impegnate nella competizione elettorale, dopo l’esaurimento dei ricorsi ai TAR e accettando il PDL onestamente di riconoscere il proprio torto;

ritenuto che invece il Governo ha preteso di risolvere il problema da solo, forzando la legalità costituzionale mediante l’esercizio di un potere che ritiene assoluto, svincolato dai limiti di legge e dal controllo di legalità, ed esercitando una inusitata e inammissibile pressione sul Capo dello Stato, come è agevole desumere dalla lettura della Sua lettera ai cittadini che gli avevano scritto;

ritenuto che questo comportamento costituisce soltanto l’ultimo e per ora il più grave episodio di una serie di leggi ad personam, di violazioni del principio di eguaglianza dei cittadini, di gravi minacce ai diritti dei lavoratori, di forzature della legalità, di veri e propri abusi di potere e suscita vivissima preoccupazione sulle sorti della nostra democrazia, anche in vista delle ormai imminenti riforme istituzionali, che il presidente del consiglio dei ministri ha dichiarato essere disposto a fare anche da solo se l’opposizione non accetterà le sue condizioni;

ritenuto che è tempo di esercitare una vigilanza e una resistenza attive a difesa della Costituzione minacciata

INVITA

i cittadini, i sindacati, i partiti che credono e operano per la democrazia, le associazioni e i gruppi della società civile, a fare proprio decisamente e in permanenza lo spirito di vigilanza e resistenza, a porre in essere tutto quanto è possibile, in ogni momento, per realizzare i principi e valori della Costituzione,
a partecipare domani 9 marzo alle ore 18.30 in Piazza Almerici al presidio in difesa della Costituzione.

Il Comitato cesenate per la Costituzione

con i Cittadini, le Associazioni, i Sindacati e i Partiti aderenti

lunedì 25 gennaio 2010

SALVIAMO LA COSTITUZIONE!! SABATO 30 TUTTI IN PIAZZA!!

COMITATO CESENATE PER LA COSTITUZIONE

Nell’assemblea del 22.1.2010 il Comitato Cesenate per la Costituzione ha deciso di aderire all’iniziativa “SALVIAMO LA COSTITUZIONE. TUTTI IN PIAZZA IL 30 GENNAIO”, promossa dal “Popolo Viola” a livello nazionale. L’adesione è giustificata dalla comune finalità di difesa della Costituzione dai pericoli rappresentati dalle leggi ad personam, che ledono il principio costituzionale di eguaglianza dei cittadini di fronte alla legge, e dalle minacce di riforma della Costituzione in senso autoritario.
Il Comitato, che guidò a Cesena, con successo, l’impegno referendario nel 2005-2006 contro la legge di revisione costituzionale approvata dalla maggioranza di centrodestra, si è ricostituito il 16 marzo 2009 per fronteggiare i rinnovati pericoli per la Costituzione e la democrazia nel nostro Paese.
I pericoli non sono rappresentati soltanto da inaccettabili proposte di revisione costituzionale e da leggi ordinarie in settori importanti, viziate da un conflitto di interessi mai risolto, ma anche da comportamenti e prassi di soggetti investiti di funzioni politiche e amministrative, anche ad alto livello, palesemente contrastanti con principi e valori costituzionali. In particolare, una catena ormai ininterrotta di episodi che contribuiscono, giorno dopo giorno, a rendere normale, accettabile agli occhi della gente, la discriminazione per motivi etnici e religiosi, a erodere, impercettibilmente ma inesorabilmente, i valori della convivenza civile, a renderci intolleranti, cinici e razzisti.
La gestione della vicenda Rosarno da parte delle autorità pubbliche, pone in drammatica evidenza la violazione dei principi costituzionali in materia di tutela del lavoro e dei lavoratori.
Il Comitato Cesenate scende quindi in piazza il 30 gennaio, per la doverosa collaborazione con i cittadini che in tutta Italia manifestano per la salvaguardia della Costituzione, e per realizzare il proprio progetto permanente diretto a promuovere una maggiore consapevolezza costituzionale nell’opinione pubblica e azioni positive per l’attuazione dei valori costituzionali nell’azione dei responsabili pubblici e nei comportamenti dei cittadini.

Sabato 30 gennaio, dalle ore 10,00 alle ore 13,00, manifestazione in Piazza del Popolo:
- lettura continua della Costituzione
- interventi di componenti del Comitato e di altri cittadini
- intervento dell’attore cesenate Franco Mescolini
- distribuzione di pomodorini e mandarini in memoria dei lavoratori migranti di Rosarno
- presentazione al Sindaco di Cesena, garante dei diritti e dei doveri di tutti coloro che risiedono e lavorano nel territorio comunale, della richiesta di collocare il testo della Costituzione Italiana all’ingresso del Palazzo Comunale.

Nel pomeriggio, dalle ore 16 alle ore 18, a Forlì, partecipazione al SIT-IN promosso dal Popolo Viola davanti al Palazzo del Governo (Prefettura).
Il Comitato invita tutte le persone che condividono questi ideali, a partecipare, numerose, a entrambi i momenti.
Per eventuali collaborazioni per il trasferimento a Forlì (richieste di un passaggio in auto e disponibilità a offrirlo): appuntamento alle ore 15,00 davanti alla Stazione FF.SS.

Indirizzo e-mail: comitatocesenatecostituzione@yahoo.it
Blog: http://www.comitatocostituzionecesena.blogspot.com/

mercoledì 20 gennaio 2010

Il sospetto di G. Zagrebelsky

C'è una gran voglia di voltare pagina e guardare avanti. Quello che è stato un Paese riconosciuto e rispettato per la sua politica, la sua cultura, la civiltà dei rapporti sociali, è ormai identificato con l'impasse in cui è caduto a causa di un conflitto di principio al quale, finora, non si è trovata soluzione. Sono quasi vent'anni che il nodo si stringe, dalla fine della cosiddetta prima repubblica a questa situazione, che rischia d'essere la fine della seconda. La terza che si preannuncia ha tratti tutt'altro che rassicuranti.
Siamo probabilmente al punto di una sorta di redde rationem, il cui momento culminante si avvicina. Sarà subito dopo le prossime elezioni regionali. A meno che si trovi una soluzione condivisa, che si addivenga cioè a un compromesso. È possibile? E quale ne sarebbe il prezzo? Se consideriamo i termini del conflitto - la politica contro la legalità; un uomo politico legittimato dal voto contro i giudici legittimati dal diritto - l'impresa è ardua, quasi come la quadratura del cerchio. Per progressivi cedimenti che ora hanno fatto massa anche nell'opinione pubblica, dividendo gli elettori in opposti schieramenti, i due fattori su cui si basa lo stato di diritto democratico, il voto e la legge, sono venuti a collisione.

Questa è la rappresentazione oggettiva della situazione, che deliberatamente trascura le ragioni e i torti. Trascura cioè le reciproche e opposte accuse, che ciascuna parte ritiene fondate: che la magistratura sia mossa da accanimento preconcetto, da un lato; che l'uomo politico si sia fatto strada con mezzi d'ogni genere, inclusi quelli illeciti, dall'altro. Se si guarda la situazione con distacco, questo è ciò che appare come dato di fatto e le discussioni sui torti e le ragioni, come ormai l'esperienza dovrebbe avere insegnato, sono senza costrutto.


I negoziatori che sono all'opera si riconosceranno, forse, nelle indicazioni che precedono. Ma, probabilmente, non altrettanto nelle controindicazioni che seguono.

Per raggiungere un accordo, si è disposti a "diluire" il problema pressante in una riforma ad ampio raggio della Costituzione. Per ora, la disponibilità dell'opposizione al dialogo o, come si dice ora, al confronto, è tenuta nel vago (no a norme ad personam, ma sì a interventi "di sistema" per "riequilibrare" i rapporti tra politica e giustizia), è coperta dalla reticenza (partire da dove s'era arrivati nella passata legislatura, ma per arrivare dove?) o è nascosta col silenzio (la separazione tra potere politico, economico e mediatico, cioè il conflitto d'interessi, è o non è questione ancora da porsi?).

Vaghezza, reticenza e silenzio sono il peggior avvio d'un negoziato costituzionale onesto. La materia costituzionale ha questa proprietà: quando la si lascia tranquilla, alimenta fiducia; quando la si scuote, alimenta sospetti. Per questo, può diventare pericolosa se non la si maneggia con precauzione. Tocca convinzioni etiche e interessi materiali profondi. Non c'è bisogno di evocare gli antichi, che conoscevano il rischio di disfacimento, di discordia, di "stasi", insito già nella proposta di mutamento costituzionale. Per questo lo circondavano d'ogni precauzione. Chi si esponeva avventatamente correva il rischio della pena capitale. Per quale motivo? Prevenire il sospetto di secondi fini, di tradimento delle promesse, di combutta con l'avversario. Quando si tratta di "regole del gioco", tutti i giocatori hanno motivo di diffidare degli altri. La riforma è come un momento di sospensione e d'incertezza tra il vecchio, destinato a non valere più, e il nuovo che ancora non c'è e non si sa come sarà. In questo momento, speranze e timori si mescolano in modo tale che le speranze degli uni sono i timori degli altri. È perciò che non si gioca a carte scoperte. Ma sul sospetto, sentimento tra tutti il più corrosivo, non si costruisce nulla, anzi tutto si distrugge.

Il veleno del sospetto non circola solo tra le forze politiche, ma anche tra i cittadini e i partiti che li rappresentano. Nell'opposizione, che subisce l'iniziativa della maggioranza, si fronteggiano, per ora sordamente, due atteggiamenti dalle radici profonde. L'uno è considerato troppo "politico", cioè troppo incline all'accordo, purchessia; l'altro, troppo poco, cioè pregiudizialmente contrario. Sullo sfondo c'è l'idea, per gli uni, che in materia costituzionale l'imperativo è di evitare l'isolamento, compromettendosi anche, quando è necessario; per gli altri, l'imperativo è, al contrario, difendere principi irrinunciabili senza compromessi, disposti anche a stare per conto proprio. La divisione, a dimostrazione della sua profondità, è stata spiegata ricorrendo alla storia della sinistra: da un lato la duttilità togliattiana (che permise il compromesso tra Partito Comunista e Democrazia Cristiana sui Patti Lateranensi), dall'altro l'intransigenza azionista (che condusse il Partito d'azione all'isolamento).

Tali paragoni, indipendentemente dalla temerarietà, sono significativi. Corrispondono a due paradigmi politici, rispettivamente, la convenienza e la coerenza: una riedizione del perenne contrasto tra l'etica delle conseguenze e l'etica delle convinzioni. L'uomo politico degno della sua professione - colui che rifugge tanto dall'opportunismo quanto dal fanatismo e cerca di conciliare responsabilmente realtà e idealità - conosce questo conflitto e sa che esistono i momenti delle decisioni difficili. Sono i momenti della grande politica.

Ma da noi ora non è così. Ciò che è nobile nei concetti, è spregevole nella realtà. La buona convenienza appare cattiva connivenza. Il sospetto è che, dietro un gioco delle parti, sia in atto la coscientemente perseguita assimilazione in un "giro" di potere unico e autoreferenziale, una sorta di nuovo blocco o "arco costituzionale", desiderando appartenere al quale si guarda ai propri elettori, che non ci stanno, come pericolo da neutralizzare e non come risorsa da mobilitare. Vaghezza, silenzi, e reticenze sono gl'ingredienti di questo rapporto sbagliato, basato sulla sfiducia reciproca. È banale dirlo, ma spesso le cose ovvie sono quelle che sfuggono agli strateghi delle battaglie perdute: in democrazia, occorrono i voti e la fiducia li fa crescere; la sfiducia, svanire.

Il sospetto si dissipa in un solo modo: con la chiarezza delle posizioni e la risolutezza nel difenderle. La chiarezza si fa distinguendo, secondo un ordine logico e pratico, le cose su cui l'accordo c'è, quelle su cui potrebbe esserci a determinate condizioni e quelle su cui non c'è e non ci potrà essere. La risolutezza si dimostra nella convinzione con cui si difendono le proprie ragioni. Manca l'una e l'altra. Manca soprattutto l'idea generale che darebbe un senso al confronto costituzionale che si preannuncia. Così si procede nell'ordine sparso delle idee, preludio di sfaldamento e sconfitta. Per esempio, sulla difesa del sistema parlamentare contro i propositi presidenzialisti, la posizione è ferma? Sulle istituzioni di garanzia, magistratura e Corte costituzionale, fino a dove ci si vuol spingere? Sul ripristino dell'immunità parlamentare c'è una posizione, o ci sono ammiccamenti?

Quest'ultimo è il caso che si può assumere come esemplare della confusione. Nella strategia della maggioranza, è il tassello di un disegno che richiede stabilità della coalizione e immunità di chi la tiene insieme, per procedere alla riscrittura della Costituzione su punti essenziali: l'elezione diretta del capo del governo, la riduzione del presidente della Repubblica a un ruolo di rappresentanza, la soggezione della giustizia alla politica, eccetera, eccetera. L'opposizione? Incertezze e contraddizioni che non possono che significare implicite aperture, come quando si dice che "il problema c'è", anche se non si dice come lo si risolve. Ci si accorge ora di quello che allora, nel 1993, fu un errore: invece del buon uso dell'immunità parlamentare, si preferì abolirla del tutto. Fu il cedimento d'una classe politica che non credeva più in se stessa. Ma il ripristino oggi suonerebbe non come la correzione dell'errore, ma come la presunzione d'una classe politica che non ama la legalità. Occorrerebbe spiegare le ragioni del rischio che si corre, nell'appoggiare questo ritorno; rischio doppio, perché una volta reintrodotta l'immunità con norma generale, la si dovrà poi concedere all'interessato, con provvedimento ad personam. Due forche caudine per l'opposizione. Ma allora, perché?
Perché, si dice, se non ci sono aperture, il confronto non inizia nemmeno e la maggioranza andrà avanti per conto proprio. Appunto: dove non c'è il consenso, avendo i voti, vada avanti e poi, senza l'apporto dell'opposizione, ci potrà essere il referendum, dove ognuno apertamente giocherà le sue carte. Ne riparleremo.
Repubblica 20 gennaio 2010

domenica 17 gennaio 2010

documento approvato dal Comitato Cesenate per la Costituzione nell'assemblea del 18.12.2009

COMITATO CESENATE PER LA COSTITUZIONE

Il Comitato Cesenate per la Costituzione, riunito il 18.12.2009 in assemblea straordinaria e urgente per esaminare la situazione istituzionale e politica a seguito degli eventi del 10 dicembre (intervento di Silvio Berlusconi al convegno europeo del PPE a Bonn) e del 13 dicembre (ferimento di Silvio Berlusconi da parte di Massimo Tartaglia a Milano, al termine di un comizio pubblico del PDL), dopo ampia discussione:

1. esprime piena ed umana solidarietà al presidente del consiglio, gli augura pronta guarigione e condanna come inammissibile in un sistema democratico fondato sul principio di legalità il ricorso a mezzi violenti per esprimere il proprio dissenso nei confronti degli uomini politici. Rileva con sollievo che si è trattato di un gesto privo di qualsiasi collegamento con ambienti o movimenti politici e posto in essere da una persona affetta da anni da gravi problemi psichici.

2. ritiene che l’aggressione al presidente del consiglio non possa essere strumentalizzata al fine di oscurare la gravità delle frasi da lui pronunciate a Bonn, che hanno ottenuto l’immediata, esplicita e inusuale riprovazione da parte del Capo dello Stato. Le parole del presidente del consiglio ribadiscono la sua radicale insofferenza nei confronti dei principi su cui si basa il delicato equilibrio istituzionale previsto dalla Costituzione repubblicana: separazione ed equilibrio dei poteri, in un quadro armonico assicurato dalle massime autorità di garanzia, Presidente della repubblica e Corte Costituzionale, ed esprimono una concezione plebiscitaria, populista e sostanzialmente autoritaria della funzione e dei poteri del governo.

3. guarda con preoccupazione al proposito espresso dal presidente del consiglio di modificare la Costituzione per adeguarla a questa sua concezione politico istituzionale, poiché la Carta fondamentale ne risulterebbe stravolta e la democrazia compressa e annullata.

4. consapevole che è diritto dovere di ogni cittadino la fedeltà e la difesa della Costituzione, memore dell’impegno con cui in occasione del referendum costituzionale del 2006 ha contribuito a fare bocciare dal popolo la legge di revisione costituzionale che, tra l’altro, conferiva al capo del governo un vero e proprio dominio sul parlamento, il Comitato si impegna ad esercitare la massima e continua vigilanza democratica. In particolare si impegna, e impegna ciascuno dei propri componenti, ad esaminare con attenzione ogni proposta o disegno di modifica della Costituzione, delle leggi in materie di rilevanza costituzionale, come la giustizia e le elezioni, delle leggi ad personam, sia di iniziativa unilaterale che concordata, per impedire che siano stravolti i principi fondamentali dell’ordinamento costituzionale e vengano diminuite le garanzie democratiche, assumendo tutte le iniziative adeguate e necessarie.

5. il Comitato si impegna inoltre a rilevare, denunciare e contrastare i comportamenti e le prassi, da chiunque posti in essere, istituzioni e persone, che appaiano diretti o comunque idonei a imbarbarire la convivenza democratica, a introdurre nella convivenza civile elementi di razzismo, discriminazione ed emarginazione delle legittime diversità.

6. il Comitato si impegna infine a realizzare occasioni aperte ai cittadini per una informazione permanente e per la discussione di questi temi.


Cesena, 18 dicembre 2009.

Come diffondere la Costituzione - F. Imposimato

martedì 3 novembre 2009

Incontro con Giancarla Codrignani

Il COMITATO CESENATE PER LA COSTITUZIONE
INVITA
LE DONNE E GLI UOMINI GENTILI A PARTECIPARE ALL’INCONTRO SU
SESSO, POTERE, DIGNITA’ DEI CORPI
con

GIANCARLA CODRIGNANI
già parlamentare, pubblicista

MARTEDI’ 10 NOVEMBRE 2009, ORE 18,00
SALA AUSER, CORSO COMANDINI N. 7, CESENA

“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”
(art. 3 della Costituzione)